Quello dei Lucretili è il comprensorio pre-appenninico molto curato e più alla portata di mano per i romani che desiderano
effettuare qualche escursione in ambienti naturali praticamente incontaminati, che offrono dei bei paesaggi pur non raggiungendo
quote molto elevate.
Vi sono numerose possibilità di fare interessanti traversate partendo dai borghi inclusi nel territorio del parco e tra queste
la salita da Monteflavio alla cima del Monte Pellecchia è sicuramente la più “gettonata” in ogni periodo dell’anno anche perché
consente di raggiungere i 1.368 metri della massima elevazione del parco. E’ un’escursione buona in ogni stagione e forse tra
le varie è molto bello salire non appena è caduta un pò di neve, cosa che avviene con una certa regolarità e frequenza ogni
inverno, con il manto bianco che a volte arriva a scendere fino al paese; se poi si vuole fare un giro un pò più vario e lungo
allora conviene combinare anche un passaggio sul Pizzo Pellecchia, di qualche metro più basso e collegato alla cima maggiore
con una lunga e panoramica dorsale da cui la vista spazia verso i monti reatini ed oltre sino al Gran Sasso.
La passeggiata inizia proprio dalle ultime case dell’abitato di Monteflavio dove si lascia l’auto in Via di Monte Pellecchia e
si prosegue fino al termine dell’asfalto e poi avanti lungo una strada sterrata in leggera salita contornata da rovi di more e
qualche castagno sino all’inizio di un evidente sentiero sulla sinistra ben individuabile (staccionata e segnavia a terra) che
si inoltra in un tratto di bosco fino ad uscirne con vista sulla morbida rotondità del Monte Pellecchia. Ho percorso molte volte
questo tratto di sentiero al mattino presto ed ogni volta mi ha trasferito un carico di sensazioni positive vuoi il sole che
sorge proprio lì di fronte che per il profumo di liquirizia che sale dagli arbusti di elicriso che tappezzano tutti i prati lì
attorno: si sale gradatamente sempre verso est ed in breve si guadagna il Colle della Caparnassa, un’ampia ed amena zona prativa
dove si incrocia una sterrata che sale anch’essa dal paese che si prende per scendere nella Valle Sanerico.
Al termine della discesa, dove la sterrata gira a nord, sulla destra si stacca un sentiero evidente (palina segnaletica) che si
infila nel bosco della Valle Lopa che si attraverserà per tutta la sua lunghezza sino a sbucare alla base del Pizzo Pellecchia.
Poco dopo l’inizio del sentiero si lambisce il troncone di coda di un piccolo velivolo militare che in un tragico incidente
nell’estate del 1960 si schiantò proprio in quella zona causando la morte di quattro aviatori .. una breve sosta di rispettoso
silenzio e si riprende a camminare in piano lungo la traccia sempre evidente tra piccole radure e radi querceti fino ad arrivare
all’estremità meridionale della Valle Lopa, in corrispondenza della sterrata che sale dal borgo di Civitella: lo slargo in cui
ci troviamo merita sicuramente una sosta per osservare la porzione nord-est del territorio del parco costellato di piccoli paesini.
Il sentiero di salita alla cima di Pizzo Pellecchia è ben segnato e si procede senza errore coprendo in breve oltre duecento
metri di dislivello con una discreta salita fino a sbucare proprio sotto la collina su cui è la croce di vetta: nonostante una
quota modesta il panorama è molto bello e nelle giornate di aria limpida lo sguardo arriva lontanissimo sui principali gruppi
montuosi del Lazio e dell’Abruzzo nonché sul vicino Monte Gennaro ed il sottostante Pratone, un ampio piano carsico assai noto
e frequentato in ogni stagione. Si vede bene anche il prossimo tratto di escursione lungo la dorsale fino al grosso ometto di
vetta del Pellecchia: infatti subito sotto la croce una palina indica la via e si inizia a percorrere l’ampia dorsale con
qualche sali scendi, sempre molto panoramica nei due versanti, fino a giungere alla massima elevazione dove è praticamente
impossibile non incontrare altri escursionisti essendo questa cima, assieme al Monte Gennaro, la meta più frequentata dell’intero
parco dei Lucretili. Ed anche oggi ci troviamo in diversi a goderci un momento di relax seduti sull’ampia cima fatta di un prato
pianeggiante.
Per chiudere un percorso ad anello si deve proseguire oltre la cima in direzione nord lungo il sentiero che lentamente digrada
fino al limitare del bosco per poi entrarvi definitivamente e perdere quota con numerose svolte tra alberi altissimi fino a
ricongiungersi alla sterrata della valle Sanerico in corrispondenza del Rifugio del Pastore, una costruzione ben tenuta della
comunità montana di Monteflavio. Lungo la sterrata si torna al Colle della Caparnassa da cui poi al paese per il sentiero
percorso all’andata.
Lungo la discesa nonostante fosse mattino ormai avanzato abbiamo incontrato vari gruppi che stavano affrontando la salita al
Monte Pellecchia con l’intento di arrivare in cima giusto giusto per fare un bel pranzo al sacco … noi due che invece siamo
ragazzi previdenti avevamo lo zaino in spalla già al mattino presto per essere di ritorno all’auto in tempo per un pranzo ben
più consistente in trattoria … da queste parti si mangia infatti molto bene!!
Questa escursione semplice e poco impegnativa occupa non più di una mattinata regalando belle sensazioni in ambienti vari
e tutti incontaminati; non ci sono problemi di sorta anche per orientarsi tra i sentieri grazie alla rinnovata segnaletica
(vi sono infatti paline ad ogni bivio e nei punti più caratteristici) ed ai segnavia onnipresenti.